Poiché siete caduti e non avete colto il significato della vostra esistenza, ecco che mi giunge voce dai luoghi ancestrali.
Voi che vivete nella paura e del destin vostro ne fate una colpa, vivete a tratti sovvertendo il principio dei principi.
Ecco
che le vostre domande divengono paure, le vostre risposte passi
nell'ombra, ma le vostre anime non sono un lusso filosofico o
un'adornazione della bellezza.
Poiché siete trasparenti ai miei
occhi, posso ben vedere le stanze in cui siete entrati e da cui
zoppicando uscite, ma la porta è stata costruita piccola e stretta,
affinché voi, una volta attraversata, possiate beneficiare dello stato
meraviglioso in cui siete entrati.
Benedetti erranti nei vostri
corpi, lasciate ai vostri occhi il piacere dei colori, alla mente quello
del dialogare, ma imparate ad ottenere dal pensier vostro il più reale
potere.
La voce eterna, che con il suo richiamo adorna le vesti
dello spirito, ha tanto da farvi scoprire e tanto quello che voi dovete
cogliere.
Splendida ed eterna gioia è quella del creato, danze di
ombre e di fuochi, mentre la reale apparenza s'incastra tra il sogno e
la veglia.
Vi è rimasta impressa la mano della divina misericordia?


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