Le vene
del tempo
mi
ricoprono il viso,
ma mai
quanto quella volta
che
attraversai il mare
di
vento.
Sento
come echi lontani, sulla luna,
mentre
una pioggia di stelle
bagna
l’atmosfera di cenere,
eppure i
suoni mi giungono sulla pelle
come
lame di spada.
Non c'è
nulla da fare
quando
il desertico mare
si
affaccia d'innanzi ai tuoi piedi,
forse un
lontano bisbiglio delle rocce
permette
alle lacrime
di
attraversarlo.
Questa è
la faccia della luna,
grigia
come i cappotti
degli
uomini infernali,
ma
nonostante la cecità
qui
giace un sapore arcano
la cui
porta è il silenzio.
Lontani
da questo
non si
può che osservare le formiche
nel
piccolo vaso di cristallo
come
piangono
agli
occhi del loro padre.
Incuranti
si
nutrono della loro morte.
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